Chiunque abbia più di 20 anni e abbia visto l’evoluzione, o meglio l’involuzione, del calcio italiano dalla metà degli anni 90 a oggi, non può che provare un senso di nostalgica impotenza per quello che eravamo.
Da Campioni del Mondo, dominatori a livello internazionale a comparse nelle maggiori coppe europee come le squadre portoghesi o le tedesche di seconda fascia, storia di un declino che forse si è fermato.
Ripercorriamo per tappe gli eventi che ci hanno portato al disastro.
1990-94. L’Italia ospita il Campionato del Mondo di Calcio, una vetrina internazionale perfetta per rilanciare il movimento calcistico nazionale dopo i successi di club con la Juve di Platini, il Napoli di Maradona, il Milan di Sacchi e degli olandesi, vengono investiti grossi capitali per costruire stadi monumentali poi rivelatisi delle vere e proprie cattedrali nel deserto, molti dei quali sono già stati ristrutturati o abbattuti (il Delle Alpi ad esempio), molte altre risorse vengono disperse ma i club italiani sono in ascesa dopo gli anni bui (1970-80) e molti giovani promettenti emergono da ogni provincia e paese, tra i quali un ragazzo col codino e che vincerà il pallone d’oro.
1994-2000. Sconfitti ai Mondiali dal Brasile, l’Italia calcistica scopre il magico mondo dei diritti TV e i club si arricchiscono rapidamente, è la globalizzazione del calcio, un boom economico senza precedenti che fornisce grandi capitali per investire unito al grande rilancio economico italiano conseguente alla caduta del muro di Berlino, con i nuovi mercati, e all’entrata nell’UE.
Questo flusso di denaro consente di dominare a livello di club l’Europa, Coppa dei Campioni 1996 alla Juventus, Coppe UEFA a Parma,Inter, Juve, Lazio, Milan, l’unica nota stonata la terza beffa ai mondiali del 1998 in Francia.
2000-2006. Iniziano le note dolenti, dopo l’ennesima umiliazione per la nazionale azzurra ai mondiali nippo-coreani del 2002, dove l’Italia poteva vantare Totti,Del Piero, Pirlo, Cannavaro, Nesta, Toldo, una formazione di campioni all’apice della forma fisica, ci fu la finale italiana della UCL fra Milan e Juventus, e il trionfo sempre rossonero del 2007, la beffa della finale 2005 fu un neo in 6 anni di buone prestazioni italiane ma nubi oscure si manifestavano all’orizzonte.
2006-2010.
Lo scandalo Calciopoli distrusse mediaticamente e sportivamente diverse squadre italiane, la Juventus in primis che dovette subire la retrocessione, ma anche Milan e Lazio vennero coinvolte e la loro immagine e quella dell’intero movimento, venne intaccata e questo allontanò probabilmente investitori in un calcio che appariva corrotto, la vittoria del Mondiale 2006 in Germania poteva essere il volano per tornare a investire in strutture di alto livello, nella primavera e in mezzi di sostentamento economico diversi dai diritti TV (stadi di proprietà e merchandising) ma fu l’ennesima occasione persa.
Nel 2008 si scatena la più grande crisi economico-finanziaria degli ultimi 90 anni e i club naturalmente soffrono sia la crisi globale sia la crisi del sistema paese italiano che non regge più la competitività con l’estero, i club perdono in campo e perdono appeal mediatico, il declino inizia ad abbinarsi a figuracce in campo europeo e l’unico riscatto è la parentesi dell’Inter pigliatutto del Triplete 2010 di Mourinho, per il resto il buio.
2010-2015.
Gli anni del declino, umiliati ai Mondiali 2010 e 2014, con pochi giovani di talento costretti ad espatriare verso club più ricchi e gruppi dirigenziali senza più idee e stimoli dopo 20 anni di carriera e trofei vinti, con casse vuote, debiti incombenti, e poca programmazione il calcio italiano si involve, ritorna ai livelli pre-anni 80 con molto affidamento su giocatori stranieri dalle dubbie capacità, e questo ci porta ai nostri giorni con nessun club italiano vincitore di un titolo europeo negli ultimi 5 anni, la nazionale maggiore ancora da ricostruire dopo la partenza dei senatori, violenza negli stadi (semi deserti) e rose delle grandi del nostro amato campionato che se paragonate alle corrispettive rose di qualche anno prima vengono umiliate, Milan e Inter su tutte.
Segni di possibile miglioramento per il futuro
Non è tutto da buttare alcune che funzionano ci sono e vanno sfruttate al meglio, la prima cosa positiva è il rinnovamento della classe dirigente di molte società: Juve, Roma, Inter, forse il Milan a breve, Sampdoria sono tutte società con nuovi manager, a cui dovrà essere concesso del tempo ma se non altro sono portatori di nuovi modelli aziendali e nuove idee. Un secondo lato positivo è il buon rendimento in Europa, il migliore degli ultimi 5 anni, che riporta nel ranking UEFA oltre il Portogallo e vicinissimi alla Germania, e ai relativi 4 posti in UCL, ciò è frutto dell’interessamento, è il caso di dire meglio tardi che mai, dei club all’Europa League, per troppo tempo snobbata. Il terzo punto positivo è il diffondersi di un modello funzionante e vincente di club basati sulla valorizzazione di giovani giocatori italiani, Sassuolo e Empoli in primis, che fornisce un’alternativa valida al ricorso agli stranieri. Il quarto lato positivo è l’interessamento di investitori stranieri nel nostro campionato, asiatici e americani ci sono già e pare che altre società ricorreranno a capitali stranieri in futuro, cosa che ai nostalgici non piacerà ma è il segno che il nostro campionato ha recuperato prestigio agli occhi dei tifosi all’estero.
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